giovedì 21 dicembre 2006

Fincipit

Un gioco nato sui Blog e approdato a Repubblica invita a terminare nel giro di brevi battute famosi incipit di romanzi, poesie e canzoni. Ecco i miei.


Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Si tolse le scarpe, tirò i remi in barca e si lasciò cadere in mare. Da quel giorno nessuno l'ha più visto.
(Hemingway, Il vecchio e il mare)


Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti un giorno si voltò a settentrione e Manzoni dovette bruciare 600 pagine di romanzo.
(Manzoni, I promessi sposi)


Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Il problema è che se non vi racconto questo non so
cosa dirvi.

(Salinger, Il giovane Holden)


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude
eppur io so (credete che non son folle)
che v'è oltre il minimalismo delle sarte:
pubblicità 6x9 con le donne nude

(Leopardi, Infinito)


Si sta come d'autunno,
sugli alberi, le foglie
quando tira tramontana
in zona sismica

(Ungaretti, Soldati)

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