martedì 1 agosto 2006

Come un film


Ho aspettato una vita che passasse la vita e ho scoperto in morte che la vita era passata...


Come un film. Un film che ho già visto cento volte e che credo di non aver visto mai. Un film che finisce sempre male e che mi illudo che non finisca lì. Come un film.


C'è un film che sembra la pellicola della mia vita. Lo so da tempo eppure non me ne rendo conto. Mi alzo al mattino e mi chiedo cosa verrà e dovrei sapere che il domani lo conosco già da ieri. Da anni. Da un film.


In questo film c'è un gruppo di amici. Gente che cresce insieme e sa che la vita è oltre le regole e a suo modo combatte ogni giorno, con la sfacciataggine di chi sta di là, per non cadere dentro il selciato. Ma la vita avanza e consuma libertà, tempo, gioventù, sogni, vita...


Arriva la guerra, l'assurdo del quotidiano, l'assillo della fine del mese. E si fanno le valigie. E ci si mettono vestiti, libri e documenti, ma si vuol lasciare sempre un po' di spazio per i ricordi, per quello che eri prima, per quello che senti di essere ogni giorno di meno, perché non te lo puoi più permettere. Perché non sono le foto che sbiadiscono, ma tu.


E un giorno arriva il destino, puntuale anche se non lo aspetta nessuno. E si porta via qualcuno. Qualcuno troppo giovane per andarsene. Qualcuno troppo vivo per rimanere.


Gli anni passano, e della vita non rimane che un appuntamento tacito con la grande onda. Una pausa di vita tra le mareggiate, prima di passare anche noi come una cresta d'acqua che si infrange sulla spiaggia. E cominciamo a chiamare sogni di gioventù quello che fino a pochi anni fa chiamavamo "senso" e maturità quello che prima chiamavamo "morte". E ci si annebbiano gli orizzonti e non ci rimane che concederci un onda, ogni tanto, per alzare la testa e tornare a vivere. E risorgere alla vita nel momento in cui la mareggiata ti inghiotte.

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