mercoledì 12 aprile 2006

Voto degli italiani all'estero: due o tre considerazioni

Sono stati gli italiani all'estero a decidere il risultato delle elezioni. Essendo io uno di questi, mi sento di fare alcune considerazioni:




  • Apoliticità del voto: la legge elettorale intendeva in origine togliere valore politico al voto all'estero, per questo il premio di maggioranza alla camera viene dato a prescindere dai risultati dell'estero. Il fatto che la stessa legge prevedesse un premio di maggioranza regionale per il senato ha però ridato (e in maniera abnorme) valenza politica al voto dei nostri connazionali sparsi per il mondo

  • L'affluenza al voto: gli italiani d'Europa hanno una percentuale bassa di voto. Credo non sia per disinteresse, ma per vicinanza. Molti hanno deciso di tornare a deporre le schede nel proprio comune di iscrizione AIRE per dare valore politico al proprio voto e per non vedersi costretti, volendo esprimere il proprio parere, a dare una cambiale in bianco a gente spesso mai vista e mai conosciuta (su alcune liste estere si potrebbe scrivere un pezzo da cabaret).

  • La destra ha fatto male i conti: il centrodestra sperava in una incetta di voti (soprattutto al senato, dove i più giovani non votavano) all'estero, credendo che l'identikit dell'elettore italo-estero medio fosse quello dell'emigrante di prima generazione legato indissolubilmente al verbo della chiesa e ai valori propri di uno schieramento conservatore. Io credo che queste persone abbiano fatto scarso uso del loro diritto di voto. Cosa che hanno fatto invece, massicciamente, tutti gli italiani all'estero per scelta (a cui evidentemente l'Italia di B. non piaceva), che amano la propria terra, non escludono di tornarci e si augurano una svolta per i loro amici e parenti che ancora ci vivono.



Io sono uno di quelli tornati. Il mio voto non è stato decisivo al senato (anzi, avendo votato in Emilia, è stato ininfluente...), ma lo è stato per la camera, se è vero che solo 25mila voti hanno fatto la differenza.
Di fronte a quanto detto, due conclusioni: la generazione di italiani all'estero per scelta è e vuole rimanere legata al proprio paese (a proposito, grazie per le dirette televisive!). Credo sia giusto riconoscergli la possibilità di votare. Non capisco perché lo si debba fare con una legge assurda per non dire ridicola, quando ogni altro paese civile ha istituito il normale voto per corrispondenza.

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