giovedì 18 maggio 2006

Un grido scandalizzato allo scandalo

Questo articolo è stato pubblicato dalla rubrica Italians del Corriere della sera in data 20 maggio 2006




Da assoluto non appassionato di calcio devo confessare che quello che sta succedendo in questi giorni mi procura un certo piacere.


Ma non è di questo che vorrei parlarvi, quanto piuttosto della reazione del nostro paese all'ennesimo scandalo. Come tre lustri fa Tangentopoli, ancora una volta è scoppiato lo scandalo e tutti ora fanno gli inorriditi.


Ma io penso: abbiamo avuto Tangentopoli e sappiamo come è andata a finire. Abbiamo avuto la Cirio, la Parmalat, la Popolare di Lodi, l'Unipol ecc... e sappiamo come è andata a finire. Abbiamo avuto ogni anno (almeno da quando so leggere) notizie di concorsi truccati, di appalti irregolari, di evasioni fiscali clamorose. Abbiamo avuto Totonero, scommesse illegali, doping, commissariamenti di decine di federazioni sportive e enti locali. Abbiamo avuto Gladio e giornalisti in quota alla P2. Abbiamo avuto un presidente del consiglio morto in esilio, uno che ha avuto rapporti piuttosto stretti con esponenti di primo piano della mafia e uno che per non finire in carcere ha rivoltato la giustizia come un calzino. Abbiamo avuto Piazza Fontana e una lunghissima litania di stragi impunite. Finanza, pubblica amministrazione, istruzione, cultura, sport, giustizia, salute... e l'elenco potrebbe continuare ore... E quello che sappiamo dire ora è solamente che il calcio è malato! Ma che modo fariseo di giudicare la realtà è questo? Siamo noi, un popolo intero che riempie le valli di questo Stivale in mezzo all'acqua sempre in procinto di affondare, che siamo malati. Come si fa a credere, con la storia che ci portiamo dietro, che si tratti di fenomeni isolati? Siamo un popolo che ha la verginità nel cuore e la furbizia nella mente e ci stupriamo a metà strada, ogni volta che apriamo la bocca per gridare scandalizzati allo scandalo.


Come faccio io a credere che ci sia un settore in questo paese dove veramente si gioca con delle regole che tutti rispettano?